Fra il Savena e il torrente Zena, nel cuore della Riserva Naturale del Contrafforte Pliocenico, Livergnano domina su una vasta area di colline elevate fino a 556 m sul livello del mare.
L’aggettivo “pliocenico” si riferisce all’età della roccia, “del Pliocene”, un intervallo di tempo geologico iniziato poco più di 5 milioni di anni fa e conclusosi meno di 2 milioni di anni fa.
Proprio a Livergnano in località Ca’ Piana furono rinvenute in un letto argilloso-sabbioso incluso tra banchi di arenaria dalla naturalista bolognese Giuseppina Gubellini e descritte nella sua
tesi “la flora di Livergnano” del 1929, resti di foglie fossili, le “filliti“ di Livergnano.
Questa bella collezione di filliti si può ammirare nelle vetrine dedicate alla paleobotanica del Museo di Geologia e Paleontologia “G. Capellini” di Bologna. Tra le foglie stipate in molteplici
livelli e perfettamente conservate nella forma e nelle nervature, si osservano quelle di leccio, alloro, quercia, pioppo, salice, olmo, platano, frassino, carpino e tante altre.
Pensando alla flora di Livergnano nel Pliocene si può immaginare un’immensa foresta florida di Laurisilva (foreste di lauri)
per la vicinanza del mare e dei fiumi e per il clima caldo e favorevole che si estendeva dal litorale entro le vallate, offrendo particolari contrasti di vegetazione.
Carla Garavaglia
Per approfondire: www.museocapellini.org