Territorio

Italia nel Pliocene
Italia nel Pliocene

IL CONTRAFFORTE PLIOCENICO.

 

Il termine pliocenico si riferisce all’età della roccia. È infatti quel periodo di tempo iniziato poco più di cinque milioni di anni fa e conclusosi un milione e ottocentomila anni fa, all’inizio dell’era quarernaria.

 

Va comunque distinta l’età delle roccie da quella del contrafforte che è più recente. Infatti dopo che gli strati di sedimento si sono depositati vengono prima sepolti sotto altri strati successivi, poi sollevati sopra il livello del mare, quindi uniti dalle acque che si infiltrano nel sottosuolo e infine modellati dall’erosione e dalle frane. Pertanto il contrafforte è fatto di materiale pliocenico ma, l’evoluzione morfologica, risale al quaternario, innalzandosi fino ad oltre 600 m. di quota.


A quell’epoca  dunque l’Appennino emiliano si affacciava direttamente sul mare delineando la sua costa poco più a sud di Pianoro ma spostandosi continuamente a causa dalle variazioni periodiche del livello del mare (glaciazioni e deglaciazioni, spostamenti tettonici e depositi fluviali).

Il contrafforte di Livergnano. Galleria fotografica.

LA FAUNA

 

Le specie degli habitat rocciosi.

La fauna più interessante si trova nelle ripide scogliere, dove le sporgenze più protette provvedono posatoi macchie e luoghi di riproduzione per uccelli rari e protetti in Europa. I bastioni del Contrafforte Pliocenico sono stati uno dei pochi luoghi di rifugio per il falco pellegrino, anche durante il periodo più critico, che durò fino alla fine degli anni '80. Oggi, la sua presenza nella zona di Bologna sta gradualmente aumentando, anche grazie al progetto "Pellegrino" Life Natura, promosso dalla Provincia di Bologna, che ha scelto questo elegante uccello da preda come proprio simbolo. Un altro falco estremamente raro, che nidifica anche sulle scogliere, è il falco lanario, molto simile al falco pellegrino, ma differente da questi ultimi dal colore rossastro al posto della testa nera e le parti inferiori senza bande. Dalle zone del crinale, giovani di aquila reale a volte si spingono ai punti più alti della Riserva. In inverno, quando lascia le zone montane a ritirarsi verso le colline rocciose, è possibile avvistare il picchio muraiolo. Intorno le scogliere, è anche possibile vedere rondoni alpini in grandi gruppi, formando piccole colonie nei luoghi più inaccessibili. Sulle pendici meridionali e le parti superiori del Contrafforte Pliocenico, vivono gli ortolani e la pispola , due piccoli uccelli tipici di arbusti e prati soleggiati. Nidifica tra le rocce anche l'upupa, splendido uccello dai colori vivaci, che porta in testa una bellissima criniera arancione. Negli stessi ambienti si può spesso sentire un fruscio prodotto da rettili in fuga, come il ramarro, lo scinco italiano a tre dita, il serpente frusta verde (spesso di colore nero ) e la vipera.

 

 

Le specie dei versanti boscosi.

I boschi della Riserva, e in particolare il versante settentrionale, sono popolati da caprioli, daini, cinghiali, volpi, tassi, istrici e altri mammiferi di collina, tra cui diverse specie di pipistrelli di bosco (per i quali sono stati preparati nidi artificiali ). Non mancano importanti uccelli europei di interesse come il falco pecchiaiolo e il succiacapre, che si affiancano a specie più comuni come la ghiandaia, il cuculo, e il chiff chaffs. Tra i rettili, si può trovare il saettone, un sottile lungo serpente che si arrampica agilmente sugli arbusti e alberi in cerca di nidi per depredare. Particolarmente significativi sono i segni limitati e circoscritti della salamandrina dagli occhiali, un anfibio raro che si può trovare nelle cavità del sottobosco in prossimità di fiumi o in altri luoghi molto freddi e umidi, habitat ideale per il rospo comune, la rana agile, l'ululone dal ventre giallo appenninico. Tra gli invertebrati vivono alcuni interessanti indicatori ambientali, come il cervo volante (Lucanus cervus), e il gambero di fiume che vive nelle acque limpide dei rii che scendono a valle attraverso i boschi.