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Sempre sull'Osservanza francescana, seguì, nel 1982, un saggio dal titolo l'evoluzione degli studi dell'Osservanza francescana nella prima metà del '400 e la polemica tra Guarino da Verona e fra Giovanni da Prato a Ferrara. Infine, il Piana mise a frutto i risultati delle sue lunghe ricerche in questo campo in Lo studio dell'Osservanza nel '400 e l'Università di Bologna, che è il testo di un discorso da Lui letto nel Convento dell'Osservanza il 21 maggio 1988, nell'ambito di un convegno dedicato appunto a <<Osservanza francescana e l'Università di Bologna>>.

Fu convinzione profonda del p. Piana che la storia dei rapporti fra cultura religiosa e cultura universitaria si potesse chiarire e valutare non tanto esaminando le forme istituzionali dell'una e dell'altra nel loro funzionamento e nel loro rapportarsi al conseguimento dei gradi accademici, quanto pittosto indagando la personalità e l'attività dei maestri e degli scolari. Di qui le ricerche pazienti e puntigliose per identificare gli uni e gli altri facendoli uscire dall'anonimato. E non si può non rimanere stupiti e ammirati per l'enorme massa di notizie raccolte in proposito. Di qui, inoltre, il motivo che spinse p. Piana a mettere mano all'edizione di due tra le principalissime fonti per la storia dell'Università di Bologna: il Liber secretus iuris caesarei e il Liber secretus iuris pontificii.  <<Quei libri secreti - leggiamo nell'Introduzione al primo - fanno conoscere, dagli ultimi decenni del secolo XIV in poi, la successione dei laureati in diritto civile e canonico, i quali diffusero in Italia e, in eguale misura, in tutte le nationes europee il pensiero scientifico dei sommi giuristi che resero famoso lo Studio d'Irnerio>>. E si rammaricava, l'alacre editore dei preziosi codici, che non esistesse un Liber secretus anche per la Facoltà teologica.

L'edizione dei libri secreti rappresenta il coronamento del lavoro di scavi archivistico compiuto da Celestino Piana nell'arco di un cinquantennio. Fu favorito nel duro e paziente lavoro di trascrizione dei manoscritti dall'amabile solerzia e comprensione di tutto il personale, a cominciare dai dirigenti, dell'Archivio di Stato. Lo dichiara egli stesso, con il tono della gratitudine sincera, nelle rispettive introduzioni, e non mancava di ripeterlo ogni volta che gli avveniva di parlare dei <<suoi>> libri secreti i quali però, se gli procurarono grandi soddisfazioni, gli furono anche causa di non lievi amarezze. La sua edizione infatti del Liber secretus iurus caesarei, essendo la prosecuzione e il compimento dell'edizione che dello stesso codice Albano Sorbelli aveva condotto fino al 1421, avrebbe dovuto apparire nella medesima collana degli Universitatis Bononiensis monumenta. Non fu così. Apparve invece nella collana Orbis Academicus diretta dal prof. Maffei dell'Università di Roma. Scrisse, in proposito, il Piana nella Premessa: <<Qualcuno si meraviglierà che questa edizione interrompa l'edizione del Sorbelli, apparsa in altra sede. La mia non è stata un'evasione, ma una necessità imposta da cause assolutamente indipendenti dalla mia volontà. Il dichiararle - concludeva - sarebbe cosa penosa per me ed inutile per il lettore>>. Nella stessa premessa, scritta nel 1984, il nostro studioso ricordò che di lì a quattro anni si sarebbe celebrato il IX centenario dell'Università di Bologna, e presentò l'edizione del Liber secretus quale <<primizzia>> per le celebrazioni dell'importante avvenimento. Le celebrazioni, lo sappiamo bene, ci sono state, e solennissime. Pochi, se non forse nessuno, si è ricordato di p. Celestino Piana. Eppure, l'edizione dei Libri secreti della nostra Alma Mater rimarrà uno dei non molti duraturi e fecondi risultati di quelle celebrazioni.

Giacchè ho ricordato il IX centenario dell'Università di Bologna, aggiungo che, fin dal 1980, in un convegno indetto per ricordare il XV centenario della nascita di S. Benedetto p. Plana propose che in vista delle non lontane celebrazioni universitarie, si promuovesse un convegno internazionale sul contributo che l'Ordine benedettino e gli Ordini mendicanti avevano dato allo sviluppo del nostro Ateneo e delle sue Facoltà. La proposta fu accettata; e nell'aprile del 1989 fu tenuto un convegno dal titolo «Ateneo e Chiesa di Bologna». Fu una grossa delusione. Non tanto -si badi -perchè le relazioni e i relatori non avessero consistenza e valore; perchè, invece il tema dei rapporti Chiesa-Ateneo fu svolto solo maroinalmente a vantaggio di altri argomenti, importanti certo, ma non pertinenti alla dichiarata finalità del convegno. Padre Piana, cui la malferma salute impedì di prendervi parte, se ne rammaricò come di una occasione perduta.
Queste, in rapidissima sintesi, sono i tratti fondamentali dell'attività culturale e della produzione scientifica di p. Celestino Plana. In questa sede è però necessario ricordare che la Deputazione di storia patria gli è grata non solo per la già ricordata biografia del beato Marco da Bologna, ma anche per un contributo apparso negli «Atti» del 1968 con il titolo Lauree in dirito civile e canonico conferite dall'Università di Bologna secondo la relazione del Liber sapientul11 (1419-1434). Anche gli è grata per avere, nella seduta del 1 maggio 1978, anticipato ai soci la identificazione da Lui compiuta di un anonimo corrispondente del Petrarca nell'abate del convento vallombrosano di S. Cecilia della Croara: un gioiello di sottile e stringente indagine storica, il cui risultato accomuna ancora una volta, nell'amore per lo studio e per la verità, una delle maggiori personalità dell'Umanesimo ed un qualificato membro dell'ordinamento monastico. Di molti altri scritti sarebbe bene e forse necessario fare almeno un cenno. Una bibliografia aggiornata del p. Celestino Piana si trova in calce a: C. Cenci, Celestino Piana, O.F.M. Epigono dei Padri Editori di Quaracchi, «Archivium Franciscanum Historium», 86 (1993), pp. 129-141. Spero tuttavia di essere riuscito a mettere in luce il motivo fondamentale che animò lo studio indefesso di p. Celestino Piana, sorreggendo e rinvigorendo le sue energie anche quando queste, dopo la grave crisi cardiaca che lo sorprese mentre faceva esami all'Università Cattolica del Sacro Cuore, andarono via via declinando, fino a che i provvidenziali e tempestivi interventi dell'amatissimo nipote, il medico Giuseppe Piana, nulla più poterono contro «sorella morte», sopraggiunta il 22 febbraio 1992.

Mi siano concesse, prima di finire, due brevi postille. Nel convento bolognese dell'Annunziata esiste la biblioteca a contenuto essenzialmente francescano cui il p. Piana, tornato definitivamente a Bologna da Quaracchi nel 1971, diede nuova vita e alla quale dedicò ogni cura, mettendo a frutto le sue molte amicizie e conoscenze nei centri culturali europei, e che volle intestata al suo maestro p. Benvenuto Bughetti. La seconda postilla vuol ricordare, del Piana, oltre al sacerdozio e alla fedeltà all'Osservanza francescana, il Suo insegnamento nell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Poichè Celestino Piana fu veramente, secondo la nobilissima qualifica medievale, Pater et Magister.