DEPUTAZIONE DI STORIA E PATRIA PER LE PROVINCIE DI ROMAGNA

 

ATTI E MEMORIE

 

Nuova Serie - volume XLIV - Anno Accademico 1993

AMEDEO BENATI

RICORDO DI CELESTINO PIANA

 

Celestino Piana, dell'Ordine dei Frati Minori Osservanti, naque a Livergnano nel 1911 ed entrò a far parte della nostra Deputazione alla fine della seconda guerra mondiale. Per oltre un quarantennio la Deputazione lo ebbe socio attivo e partecipe, anche se lo studioso rimase a lungo lontano da Bologna, dapprima perchè inviato dai suoi superiori a completare gli studi all' Antonianum di Roma, poi perchè aggregato al Colleggio internazionale di studi francescani medievali di Quaracchi (in provincia di Firenze), infine perchè chiamato dal p. Agostino Gemelli alla Università Cattolica di Milano.

Il ricordo di Lui che intendo sottoporre alla Vostra considerazione prerscinderà dalla personalità religiosa del sacerdote e del frate di San Francesco. Il mio intendimento è solo quello di illustrare la Sua figura di studioso. Ma mi premetuttavia dire, e credo sia doveroso dirlo, che p. Piana intese il lavoro di ricerca storico-culturale, cui, sollecitato dai superiori, dedicò tutta la sua esistenza e le sue energie, come missione e come mezzo di elevazione, sul modello dei grandi maestri della Scolastica francescana, quali Bonaventura, Duns Scoto, Matteo d'Acquasparta e, sopra tutti, del Suo amatissimo Bernardino da Siena.

Debbo anche avvertire che non prenderò in esame tutta la sua produzione bibliografica, che comprende un centinaio di titoli. Mi limiterò a delineare e rendere omaggio all'altissimo valore della sua attività scientifica, richiamandone quello che, amio parere, ne costituisce il motivo fondamentale e innovatore.

Il primo lavoro a stampa del giovane frate vide la luce, nel 1938, nella rivista bolognese "L'Archiginnasio" ed aveva come titolo Le Questioni inedite De glorificatione B.M. Virginis di Bartolomeo da Bologna OFM e la concezione del Paradiso Dantesco. Fin dal 1923 era stata rilevata l'analogia esistente fra le questiones di fra Bartolomeo da Bologna (già reggente a Parigi e successore a Bologna di Matteo d'Acquasparta) e il trionfo della Vergine descritto da DAnte nel Paradiso. Il Piana riprese quella segnalazione e, rileggendo il testo del Dottore bolognese a confronto con le terzine di Dante, espresse il convincimento che le questiones costituissero una delle fonti della Divina Commedia. 

Ecco: io credo che in questo primo lavoro sia già presente quello che sarà il filo conduttore e il fine precipuo delle ricerche cui p. Piana si dedicò per tutta la vita: portare alla luce e valutare, ovunque fosse bossibile reperirli, i rapporti fra la cultura monastica e la cultura umanistia. che è poi, o a me sembra che sia, un altro modo di affrontare il problema arduo e tormentoso, ma ineludibile, dei rapporti fra sapere relisioso e sapere laico.

All'Antonianum e più a Quaracchi, p. Piana, mettendo mano o collaborando, fra l'altro, all'edizione dell'Opera omnia di Duns Scoto, delle glosse di Alessandro di Hales ai quattro libri delle Sentenze, delle quaestiones disputatae di Matteo d'Acquasparta, e dell'opera omnia di s. Bernardo da Siena. p. Piana, dicevo, non solo acquisì una solidissima preparazione teorica e pratica nel campo della codicologia e della filologia, ma si aprì anche sd una esperienza culturale di prim'ordine accanto e in collaborazione con alcuni dei maggiori studiosi italiani e stranieri della storia del Francescanesimo nella grande stagione della Scolastica e nel trapassare di questa nell'Umanesimo e nel primo Rinascimento. Ma codesta grande, anzi grandissima stagione, che fu, come è a tutti ben noto, essenzialmente monastica e, per una parte cospicua, monastico-francescana, si volse e si affiancò, talvolta armonizzandosi, talvolta, e spesso, scontrandosi con il sapere irradiato dale Università di Parigi, e di Bologna. sicchè la riflessione storica volge inavitabilmente sul rapporto fra scuole laiche e scuole confessionali, conoscenza terrena e conoscenza rivelata, verità di ragione e verità di fede.

 

 

 

(In Alto) Bassorilievo in terracotta rappresentante l'emblema dell'Ordine dei Frati Minori realizzato da Vittorio Piana negli anni 60