Margaret Bourke-White
Margaret Bourke-White

Da "IL MIO RITRATTO" di  Margaret Bourke White.
Editore Contrasto, 2003

...Il fronte italiano era diventato ancora più sanguinoso e la maggior parte adei soldti aveva già passato due brutti inverni tra fango e neve. Continuavano ad essere uccisi, esattamente come prima. La guerra qui era ormai un corpo a corpo, tra uomini, pattuglie e mortai. Lo chiamavano "Il fronte dimenticato".


A me piacciono le cause dimenticate, soprattutto quando sono giuste. Chiesi quindi di poter tornare in Italia. Al mio arrivo a Roma, LIFE mi telegrafò:"Pensiamo di dedicare diverse pagine alle notizie del fronte dimenticato". Raggiunsi le linee di combattimento molto rincuorata. Non credo di esagerare affermando che tutta la Quinta armata, comandata dal generale Clarke in giù, fu felicissima di sapere che LIFE avrebbe pubblicato un importante servizio su di loro.


Il teatro di guerra si era spostato molto a nord di Cassino, in una zona a circa 16 chilometri da Bologna che veniva contesa sasso su sasso. Le battaglie più sanguinose si svolsero tra le rovine di una piccola città, Livergnano. I ragazzi la chiamavano "Liver and Onions": fegato e cipolle.


Per la prima volta ero a stretto contatto con la fanteria e proprio a Livergnano sentii quel suono tremendo e quasi intimo, ting: segno che ormai si è giunti tanto vicino al nemico da poter usare le armi leggere. In passato mi ero trovata a contatto con l'artiglieria pesante e le bombe, armi più decisamente più impersonali. Questi fucili e proiettili venivano a cercare proprio te.
Trovai dei punti straordinari dove scattare le mie foto. Ricordo una cascata ghiacciata che sembrava un organo. Ai suoi piedi c'erano ancora i rivoli dove si raccoglieva l'acqua con l'elmetto per potersi lavare.

 

Un'abbondante nevicata mise a dura prova i soldati, costringendoli tra l'altro ad inventare nuovi camuffamenti: imbiancandosi il volto, spruzzando l'uniforme di calce e dipingendo i fucili e i bazooka. Ricoprirono anche i muli utilizzati per il trasporto viveri con lenzuola bianche, mentre le federe, bucate in  corrispondenza degli occhi, gli coprivano il muso. Il risultato finale era terribile, da Ku Klux Klan.....

NOTA: Le foto scattate da Margaret Bourke White, più di 300 scatti, non arrivarono mai a destinazione (Washington). La "borsa rossa" contenente i rullini fu rubata dalla jeep militare che la trasportava all'aeroporto di Napoli. A niente servirono gli annunci radiofonici di "Stars and Stripes", delle radio e quotidiani Italiani per la restituzione sotto lauta ricompensa. Così Margaret Bourke White tornò abbattuta al fronte per rifare gli scatti, ma il risultato non fu più lo stesso.